Il girone infernale: io lo vidi la prima volta un giorno plumbeo di pioggia, questo non gli diede certo una luce migliore, ma quello che vidi mi attanagliò il cuore e l’anima.
L’entrata… bucolica ..piante di rose gialle appena sbocciate e piccoli alberelli piantati di nuovo a formare un vialetto… Mi dissi”accidenti che cura nelle cose, nei particolari..” mi avvicinai al cancello e già guardandolo iniziai a ricredermi. Nella sua architettura, nel suo essere composto da vecchi pezzi di legno fissati alla meno peggio comunicavano un sinistro senso di precarietà. Chiamai al cellulare Serena la signora proprietaria e gestore del posto, le chiesi se potevo entrare, mi disse di aspettare. Mi si materializzò davanti parlando a più non posso con un volume di voce altissimo, sguaiato, all’inizio pensai che fosse ubriaca, compresi in breve che era proprio così di suo. Proprio all’entrata venni rapita dalla gabbia dei cuccioli di cane che si strusciavano con il muso sulla rete pur di prendermi le mani per succhiarmi le dita. Avevo sempre la signora alle costole che parlava parlava non so di che…Mi ritrovai all’inizio di due corridoi di gabbie arrugginite e rattoppate che sembravano deserte, ma appena ci videro iniziarono ad uscire,tutti insieme abbaiando contemporaneamente, da quei miseri ricoveri di fortuna, dei cani, non so quanti fossero forse 50, 90, 100 tantissimi. Grandi, piccoli, piccolissimi, grandissimi, alcuni si azzuffavano, altri non ce la facevano nemmeno ad alzarsi, altri erano sporchi di fango all’inverosimile, altri accorrevano ancora festosi scodinzolando. C’èra un caos infernale.. mi girai e vidi altre gabbie, di tutte le dimensioni. In una di un metro per due o forse meno c’erano due piccoli cani tipo beagle uno era completamente schiacciato in un angolo per la paura e l’altro gli stava sopra e davanti a segno di protezione terrorizzato anch’esso, il suo sguardo pieno di terrore mi arrivò dritto al cuore e mi sentii subito colpevole per la mia razza. Tremavano e non per il freddo. Ma cosa potevano aver visto quegli occhi? Udito quelle orecchie? Subito quei corpi? La donna mi disse di stare attenta perchè erano cani violenti e mi fece allontanare. Continuai a girare e trovai le gabbie dei gatti che erano poste tra quelle dei cani. Tanti gatti. Perché sono in gabbia? Dentro solo terra e qualche sedia rotta come segno di comodità forse. Gabbie arrugginite fatte alla meno peggio senza un posto morbido o caldo, niente, solo fango. I gatti fuggirono terrorizzati alla sola vista della virago. Gatti senza pelo, bagnati fradici, secchi, sporchi,tristi,impauriti, che stanno lì da sempre che hanno visto solo quel mondo, che pensano che il mondo sia quello e basta. Ciotole di acqua putrida marrone le ciotole per il cibo vuote. Continuai fino alla casa dove viveva la donna che era posta proprio in mezzo al canile, mi fece entrare. Anche lì cuccioli dappertutto forse in una condizione migliore degli altri che erano fuori ma era solo un questione di tempo, gatti malati in gabbie, gatti in bagno. Uscii, non ce la facevo più per l’odore, riuscii con uno stratagemma ad andare dietro la casa e lì mi si presentò un’immagine indescrivibile. Una distesa di gabbie basse, arrugginite, precarie, alcune piccolissime per un cane, in mezzo al fango, piene di cani che iniziarono tutti ad abbaiare contemporaneamente, ne intravidi uno cieco, uno forse zoppo… molti con la gabbia intorno al gruppo elettrogeno rumorosissimo, mi chiesi come facessero a sopportare quel rumore così assordante, la donna mi raggiunse e mi disse con tono sbrigativo di andare via di là che infastidivo i cani. Mi scortò fino al cancello. Uscendo da quell’inferno, da quel posto dimenticato da dio, la mia anima si appesantì di tutti quegli sguardi, di tutte quelle storie, di tutte quelle espressioni ma in quell’umida giornata andai via sapendo che sarei tornata per loro.
Quel giorno ho girato per quel posto maledetto pieno di escrementi dentro e fuori le gabbie, sporco e puzzolente e non oso pensare cosa può accadere con il caldo, ho visto lì dentro animali affamati e infelici e mi sono chiesta perché?? Non è meglio fuori per strada magari anche sotto una macchina, ma non lì, in quel luogo di tortura, in due metri per due per sempre?? Perché sono così terrorizzati dalla “dolce signora” gli animali? Per ora se ne occupano solo due, tre volontarie da Roma che vanno lì una volta al mese e a spese loro fanno sterilizzazioni, curano, cercano adozioni, si danno da fare… Ma sono poche!!!! Se loro non ci fossero sarebbe tutto ancora nell’oblio.
DOBBIAMO FAR USCIRE PIU’ ANIMALI POSSIBILE DA QUEL LAGER!
Io ora vi chiedo di mettervi una mano sul cuore e di aiutare quei poveri animali torturati nell’anima a farli uscire di lì.
Pubblicheremo su questa pagina le foto per le adozioni (verrà creato un evento prossimamente) se ci aiuterete a farle girare per tutta l’Italia anche su altri siti avremo più possibilità. Se si dovesse trovare un’adozione lontano da Roma vi chiederemo di aiutarci con le staffette. Sempre su questa pagina troverete le informazioni su quello che accade in quell’inferno…..vi terremo aggiornati sulle loro storie. Non dobbiamo spegnere i riflettori non dobbiamo dimenticarci di loro. Lo so che sono tanti che ce ne sono altri ..certo.. salviamoli tutti….. NOI SIAMO TANTI E DI PIU’!!! Queste cose non devono accadere e non diamoci per sconfitti soprattutto. Quante volte abbiamo visto casi disperati andare in adozione e vivere felicemente e dignitosamente??? Noi speriamo per loro glielo dobbiamo
grazie di cuore da tutti i prigionieri di borgo hermada
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